“Vi racconto Santa Caterina”

L'Eremo visto da chi è nato e cresciuto a Leggiuno

Non solo turisti. A contatto con Santa Caterina vivono da generazioni famiglie che conoscono la propria terra come nessun altro e che meglio di chiunque ci possono svelare i cambiamenti e le peculiarità dell’eremo. Tutto questo nell’intervista a Cristina Riva, consigliere provinciale nativa di Leggiuno.

Cambiamenti

Com’era negli scorsi decenni Santa Caterina?
Negli anni 60′ e 70′ il fascino del posto era identico,  ma dal punto di vista strutturale era molto lesionato e recarvisi per una gita poteva essere rischioso. Si è arrivati anche a chiudere molte parti del complesso per le continue frane. All’epoca i turisti si trovavano ugualmente, ma in misura molto minore per via della mobilità ridotta e della mancanza di strutture di accoglienza. L’unico accesso era un sentiero malridotto e tortuoso che scoraggiava i più dal giungere al monastero.

Accoglienza

Lei ha appena parlato dell’accoglienza, come la migliorerebbe?
Si potrebbe ottenere un risultato migliore mettendo in collegamento tramite internet o altri mezzi tutti i servizi affiliati all’eremo. Altra cosa da fare assolutamente è quella di ottimizzare lo spazio delle due ville affinchè possano essere sede di un numero ancor maggiore di attività ricreative o spirituali. Per accogliere al meglio, il servizio delle guide turistiche deve essere sicuramente esteso durante l’arco di tutta la giornata in modo che nessuno possa rimanere deluso della sua esperienza a Santa Caterina.”

Biglietto a pagamento

Cosa ne pensa dell’introduzione di un biglietto a pagamento per la visita dell’eremo?
Penso che l’introduzione del pagamento di una somma in denaro per l’ingresso sarebbe una novità molto positiva. Una cifra anche di meno di 5 euro potrebbe garantire alla provincia di ristrutturare costantemente il complesso di Santa Caterina e aggiungere nuove strutture. Questo piccolo esborso inoltre non ridurrebbe in alcun modo l’affluenza di turisti, soprattutto stranieri.”

Ecco il video dell’intervista:

 

Mirko Tessari, Simone Pupo, Marida Pontrandolfi, Paolo Ferrara

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