L’eremo di Santa Caterina e territorio di Varese, progetti nuovi e vecchi, turismo e accoglienza, iniziative e informazioni da conoscere e tanto altro ancora. Il consigliere della Provincia di Varese Paolo Bertocchi risponde alle nostre domande sull’accoglienza e le potenzialità di questo sito di proprietà di Villa Recalcati.
La storia
Quali mutamenti ha subito l’eremo di Santa Caterina da quando è di proprietà della Provincia?
“ L’area attorno all’eremo un tempo era di proprietà della famiglia Bassetti che vi ha edificato due ville. Negli anni 70′ Santa Caterina fu donata a Regione Lombardia che ha messo in sicurezza la zona e risolto il problema delle frequenti frane. Per rendere il posto accessibile a tutti è stato costruito un ascensore nella roccia. Il patrimonio storico è stato giustamente rivalutato, attraverso ingenti lavori di ristrutturazione.”
L’affluenza
Quanti turisti ricevete mediamente ogni anno? Di che nazionalità?
“Si parla di circa 150000 persone sulle circa 5 milioni della provincia, ma ovviamente sono cifre indicative e da vedere al rialzo. Sono perlopiù di persone anziane e ultra sessantenni che ci raggiungono in comitiva. Tra gli stranieri, non mancano tedeschi e anglofoni, ma soprattutto svizzeri. Ad oggi questa affluenza rende l’eremo la maggior attrattiva presente nel Varesotto, seguito dal Sacro Monte.”
La promozione
“A Milano è attualmente in corso il BIT(borsa internazionale turismo), un’importante manifestazione a cui la Provincia di Varese partecipa all’interno del padiglione della regione Lombardia che si occupa di tutte le attività di promozione. Ciò avviene per favorire lo sviluppo omogeneo di ogni provincia evitando competizioni e rafforzando dei marchi come il lago di Como e gli Stradivari e creandone di nuovi come, si spera, Santa Caterina. Affinché ciò avvenga dobbiamo progettare un logo e migliorare la comunicazione su internet, come già abbiamo iniziato a fare. Stiamo seguendo il giusto percorso, i dati ce lo dimostrano ma possiamo e dobbiamo continuare a migliorarci.”
L’accoglienza
Che tipo di problemi riscontrate nell’accogliere e far sentire a casa i visitatori?
“In questa area le principali problematiche sono due. La visita di Santa Caterina è gratuita, quindi non vi è una organizzazione tale da garantire una esperienza ottimale. L’accoglienza privata, organizzata da guide e agenzia di turismo, è migliore ma non rappresenta una fonte di guadagno per noi. È da incrementare l’accessibilità al complesso dell’eremo, ad oggi visitabile solo al 40% a causa dell’organizzazione dei monaci oblati che lo gestisce. Questi ultimi si dichiarano restii ai cambiamenti da noi proposti e rappresentano un ostacolo. Da un punto di vista ricettivo, invece, manca la possibilità di ospitare un numero consistente di studenti nelle due ville. Dobbiamo assolutamente applicarci per fare di meglio, infatti per noi interagire con i ragazzi resta fondamentale.”
Il biglietto
Per finire veniamo ora a un punto saliente e il più delicato tra quelli trattati oggi. Parliamo dell’introduzione del pagamento di un biglietto per l’ingresso a Santa Caterina; lei che ne pensa?
“Finora l’ingresso è rimasto gratuito perché le casse della provincia lo permettevano. Sulla popolazione straniera la presenza o meno del biglietto sarebbe irrilevante e lo stesso vale per gli italiani. Aggiungo che se si impostasse un costo di due euro si arriverebbe a coprire interamente le spese di manutenzione ordinaria. Non dimentichiamoci che si avrebbe anche un miglioramento della situazione attuale con la possibilità di eseguire anche investimenti importanti; potremmo aumentare il livello dei servizi, incoraggiare una maggiore disponibilità di guide professionistiche e migliorare la viabilità. Il progetto sarebbe di semplificare il raggiungimento via lago in modo che i sacrifici per arrivare a Santa Caterina siano minimi e totalmente ripagati dal paesaggio e dall’incredibile storia di questa zona“.
Questo è tutto ciò che si deve sapere su questo magnifico luogo turistico. Per le istituzioni l’obbiettivo per ora è uno solo: valorizzare ciò che abbiamo e non accontentarsi dei risultati raggiunti.
Mirko Tessari, Simone Pupo, Marida Pontrandolfi, Paolo Ferrara
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